lunedì, novembre 17, 2008

ICT tra mercato libero, caporalato e risorse umane

Mi chiedo da decenni: come mai il sub-appalto non è debellato, come mai il caporalato è infiltrato anche nelle professioni più recenti. Analizzo il fenomeno del body rental, confrontandolo con il caporalato e con la legislazione del lavoro interinale. Cerco di avanzare una ipotesi di concorrenza sleale e di evidenziare una carenza degli uffici "risorse umane" delle grandi aziende. Confronto il rispetto delle persone e delle leggi nel nord e sud dell'Italia.

Per il lavoro l'Italia è divisa in due: nord e sud. Per l'informatica il polo è Milano. Milano è bellissima a Milano si trova lavoro.

La maggior parte dei laureati italiani emigra dal sud e dal nord dell'Italia e raggiunge Milano. Ma a Milano c'è davvero lavoro? Se osservate i siti di job posting ci sono società di lavoro interinale e altre società che si definiscono del settore. Se guardate bene sono sempre le stesse società che mettono annunci e se andate a fare un colloquio scoprite che è tutto FALSO! Non hanno niente, non hanno nessun lavoro. Ti chiedono un CV in formato word sul quale metteranno la loro intestazione prima di girarlo ad altre società, raccolgono dati, ti fanno un colloquio e ti propongono a clienti che ti propongono ad altri clienti. Una lunga catena.

Quanto descritto, in realtà è solo la fase di arruolamento e se ci si fermasse lì non ci sarebbe nulla da eccepire.
Il giro instaurato dura a vita e vige, tranne rare eccezioni, una sorta di regola aurea: ogni intermediario prende il 30% vita natural durante su quel contratto. Il 30%!

A chiunque viene il dubbio: "ma il cliente finale non poteva prendermi nella sua squadra direttamente spendendo meno e facendo guadagnare di più me?".

Traduciamo in cifre quanto sopra: se vi vengono dati 100 euro lordi al giorno (2200 lordi mese) vuol dire che chi vi ha scoperto per primo non prende meno di 143 euro al giorno (3146 euro mese). Ma chi vi ha scoperto, vi ha girato al main contractor il quale non prende meno di 204 euro al giorno (4480 euro mese). Ma cosa fanno queste società intermediarie nello svolgimento quotidiano del lavoro? Tranne girare fatture e rapportini a fine mese, che tra l'altro è un lavoro duplicato, nulla, non fanno nulla. E allora se non c'è valore aggiunto da parte degli intermediari perché il prestatore d'opera deve prendere 100 anziché 143 o 204 quindi anziché 2200 lordi al mese prenderne 4400 lordi?
Le garanzie, di cui si racconta, offerte dagli intermediari le classifico come leggende metropolitane.


Vabbene, pensate, ma chi capita in questo giro? Solo gli sfigati sprovveduti. E magari pensate che all'inizio tutto si può accettare e dopo un po' di tempo, quando ci si è fatti conoscere...
Se sei a Milano da tempo, conosci le grandi società e quelli che ci lavorano allora è possibile avere un contatto diretto. Pensi di aver trovato una soluzione? Neanche per idea! Dopo aver parlato con il cliente finale ti senti dire che purtroppo devi passare da uno dei propri fornitori.

Ma è la catena di prima percorsa al contrario!

Riepilogando: Se inizi dalla coda trovi quelli che hanno i propri clienti. Se inizi dalla testa trovi quelli che hanno i propri fornitori. E' chiaro? Si sono divisi la torta e mettono a disposizione le briciole per chi deve davvero lavorare.

Se c'è questo giro vuol dire che le grandi società hanno qualche problema nel loro reparto Human Resource. Perché non incorporano le piccole società di cacciatori di teste all'interno del dipartimento Human Resource?

Passano gli anni e nulla cambia, scopri che anche se hai studiato e ti sei spostato nella parte più evoluta del paese ti trovi in situazioni simili a quelle vissute dai contadini di ieri e dagli immigrati di oggi: il caporalato; qualcuno ti prende ti porta nei campi e solo per averti portato nei campi gli devi la percentuale della tua giornata lavorativa. Se non accetti non lavori , nessuno ti punta una pistola alla tempia (http://it.wikipedia.org/wiki/Caporalato).

E dire che il lavoro in affitto è regolamentato (vedi http://www.informagiovani.it) e può essere erogato solo dalle agenzie autorizzate. Chissà se le agenzie interinali non ravvedono una concorrenza sleale nei loro confronti.

Al sud se vuoi godere di un diritto, devi pretenderlo. Devi essere fortunato e ostinato per riuscire a strapparlo coi denti. Accade anche lontano dalle realtà descritte da Roberto Saviano in Gomorra. Al sud situazioni di diritto calpestato sono la normalità. Non hai diritto in quanto persona, ma in base alle raccomandazioni che hai.
Al nord se c'è sopruso ma pretendi che un diritto venga rispettato, avviene.
Qui a Milano, c'è chi è arrivato dal proprio paese perché al paese l'aria è buona da respirare ma è pesante da digerire. Qui arrivano persone che hanno scelto di allontanarsi dai propri famigliari, sono venute per lavorare ed essere riconosciute come persone. Qui non si accetta a cuor leggero che qualcuno prenda il pizzo continuo sul lavoro degli altri. Qui ad uno che è scappato dalla padella non sta tanto bene finire nella brace.


Eppure a molti non resta che accetare la brace. A nessuno verrà in mente di chiedere l'intervento dell'antitrust perché in Italia chi denuncia paga.

Il castello continua a rimanere in piedi anche a Milano pur non essendo sud.

E allora cosa fare? Andare all'estero?

Ci sto pensando!

sabato, novembre 15, 2008

Smanettoni e paura di crescere

Smanettoni e creatori d'impresa.
Lo smanettone è bravo e intelligente ha perseveranza e porta avanti i suoi compiti. Nulla di strano se di fronte a prove provate della sua riuscita nella creazione, la sensazione di onnipotenza si impossessa di lui e pensa: se ho creato questo posso fare tutto.
Attenzione però è facile che lo smanettone sia anche sociale e allora riesce a trovare con altri la forza.

Allora cosa ci vuole? Fiato alle trombe botte ai tamburi, un colpo qui e un colpo là ho bella e fatta la mia società.

Beh! Certo non è da tutti avere il coraggio di registrare una società. Il problema e il peccato nello stesso tempo è che alcune società diventano delle scatole con poco o niente di sociale. Ogni socio smanettone bravo e capace persegue la sua consulenza e la società per quello che serve può essere un modo per ritrovarsi con gli altri ed essere meno soli.

L'impresa non è fatta solo di compiti tecnici ci sono anche i compiti di gestione e tali servizi è difficile prenderli in outsourcing. Sarebbe bello avere dei servizi resi da un commerciale che porta clienti e ho cercato di pensare come poter rendere tale servizio alle piccole aziende che operano nella ICT.

Mi piacerebbe farlo senza pregiudizi di sorta. Il problema è che difficilmente una piccola impresa investe in un progetto di "ricerca nuove opportunità" e l'impressione che ho è che oltre alla paura del nuovo sia la sindrome di Peter Pan a prevalere. La ricerca di una nuova possibilità, se concretizzata, significa crescere e la crescita ha necessariamente un impatto grande su una piccola società: implica un riassetto organizzativo e quindi una innovazione.

AAA cercasi società che non ha paura di crescere.



martedì, ottobre 07, 2008

Rischio di impresa

Questa la voglio raccontare purtroppo è una storia vera, è successo da qualche parte in Italia.

Lo scenario è uno scenario fortunato, ce ne sono pochi in giro. L'argomento è sempre il solito: lavorare da libero professionista ricorrendo a intermediari, siamo ancora una volta nel body rental.

E' un body rental fortunato nel senso che il rapporto è solo di livello 3: Cliente -> intermediario -> prestatore d'opera. Di conseguenza il prestatore d'opera ha una bella tariffa.

In genere gli intermediari offrono dei contratti che prevedono un anno di non concorrenza a partire dalla fine del rapporto di lavoro che può essere disdetto in 15 giorni. Ognuno cerca di tutelarsi e purtroppo in questi casi sono i grandi che si tutelano, raramente si riesce a spuntarla. La cosa ridicola è che a volte tale clausola resta invariata anche per prestazioni di un mese. Teniamo presente che si sta parlando di occupare una posizione presso un cliente, non si parla di brevetti software. Chi lavora mette il suo tempo.

Tornando al body rental fortunato e bellissimo: un intermediario che paga a rimessa diretta, cioè che emettete fattura a fine mese e questa viene pagata quasi subito, l'avete mai trovato? Bene questa storia è così ed è vera e l'idillio dura più di 2 anni.

L'idillio finisce quando il cliente finale ha dei problemi, è in crisi e un filone di dirigenti vengono mandati via e la cassa integrazione nell'aria. L'intermediario disdice il contratto con il prestatore d'opera con i previsti 15 giorni di preavviso.

E fin qui ci sta. Uno che fa consulenza lo mette in conto e si sa che i primi a saltare in periodi di crisi sono loro. Poi soprattutto ora con le banche mondiali in crisi e istituti tipo Leman & Brothers in fallimento e Unicredit che continua a perdere e ricapitalizza e la borse che segnano perdite più alte della giornata dell'11 settembre 2001, la borsa di Milano va a -8,1% e i titoli delle testate giornalistiche sono del tipo: Fmi: "la crisi costerà 1400 miliardi di dollari".

Ecco la mossa dell'intermediario quando il cliente dice che comunque vuole continuare il rapporto: chiede al prestatore d'opera di assumersi il rischio che finora ha corso l'intermediario. In altre parole il prestatore d'opera avrà il contratto quando e se il cliente lo farà all'intermediario. Si, funziona così in genere il cliente ti fa il contratto con un po' di ritardo e paga con ritardo.

Che bravi imprenditori gli intermediari! Quando il rischio è zero gli piace dire che loro rischiano, che fanno pochi margini che vengono pagati in ritardo e che pagano in anticipo. In tempi di crisi pensano bene di girare TUTTO il rischio sul prestatore d'opera con gli stessi margini.

Attenzione non una condivisione del rischio ma chiedono al prestatore d'opera o al body rental intermedio: ora che il rischio è alto e noi siamo stati buoni fino ad ora con te, non fare l'irriconoscente e prenditi tutto il rischio.

Dividerlo no, non va bene: quando il gioco si fa duro mi piace fare il duro girando il rischio a chi è più debole.

Tante volte questa situazione che è tristemente vera, mi richiama la favola del lupo che accusa l'agnello di avvelenargli l'acqua.

Avanti così, con ottimismo verso il futuro.

mercoledì, settembre 24, 2008

Body rental si catena no

Il lavoro precario potrebbe anche essere un bene. In altre nazioni c'è facilità di licenziamento. In pratica significa che con un preavviso scritto sul contratto un contratto può essere rescisso. Questo preavviso può essere di un mese, due e può anche dipendere dal tempo da cui perdura un rapporto: 1 mese se si lavora da meno di 2 anni, 2 mesi se si lavora da più di due anni.

Questo strumento darebbe all'Italia la flessibilità. Come sempre il diavolo fa le pentole e non fa i coperchi. Probabilmente molte aziende non ricorrono a questo tipo di contratto precario. Non so perché potrebbero essere i sindacati? Oppure è troppo difficile da gestire.

E poi c'è la bellissima leggenda metropolitana: se ci si affida ad una ditta, questa garantisce la continuità. Bella questa! E quando sono i loro dipendenti ad andare via chi garantisce la disponibilità? Siamo sempre lì: c'è una mancanza di capacità di gestione delle persone.

La complessità di gestione, alle aziende grandi non piace la complessità e semplifica. Semplifica quando sceglie pochi fornitori su cui ripeto il mio dubbio: fornitori bravi o fornitori ammanicati?
Pochi fornitori significa poche fatture da gestire, insomma meno sbattimenti. Vi immaginate lo stesso discorso fatto verso i clienti?
Perché questo paragone assurdo? Perché se un azienda è grande volente o nolente deve affrontare la complessità. E il vantaggio di essere grandi qual'è? E' la leva delle economie di scala.

Il lavoro atipico si è così ridotto: la grande azienda non fa i contratti precari. Ricorre ad un intermediario il quale per una parte si fa carico di fornire risorse alcune le assume in modo precario e laddove non arriva ricorre a società che non avendo il privilegio di essere nella cerchia dei fornitori privilegiati, l'unica cosa che può fare è affidarsi alla 'democratica' piazza il cui core business è la ricerca di persone. Purtroppo il gioco della matrioska si ripete più di una volta. Mi sono trovato con persone la cui distanza dal cliente era di livello 5. Cliente -> Fornitore privilegiato -> Body rental 1 -> Body rental 2 -> prestatore d'opera.

Insomma il lavoro precario non sarebbe male se tutti quei soldi non venissero spesi a far fare la cresta agli intermediari. Chi cerca le persone dovrebbe trovarle, prendere la commissione sulla ricerca e lasciare la gestione agli altri. Questo perché il loro lavoro finisce lì. Quante volte ci si trova alla cena di natale (per chi quest'anno mangierà il panettone) con colleghi che sono perfetti estranei. Perché non è con loro che si lavora tutti i giorni dedicando l'80% e più della propria giornata attiva.

Se non ci fosse la catena delle bambole russe della "catena del valore" duplicato il body rental potrebbe essere considerato un buon strumento di flessibilità.

venerdì, settembre 19, 2008

Tariffe fuori dal mercato e body rental

Bene, sono un consulente. Un consulente che per incapacità o per inclinazione ha scelto di avere un approccio al mondo del lavoro come independente. La scelta per me, come per altri immagino, è quella di lavorare e essere contenti di: guadagnare di più, avere la possibilità di vedere cose nuove per propria libera iniziativa o perché richiesto dal lavoro che si deve fare e inseguire il sacro gral di opportunità di business che uno se lavora in proprio può perseguire.

Tutti i vantaggi elencati non si presentano mai contemporaneamente, si è fortunati se almeno due sono presenti.

Uno dei modi più semplici di fare il libero professionista è quello di fare consulenza su progetti dei clienti. In altre parole ci si presta al body rental. Per alcuni aspetti può essere affascinante. Questo fascino viene disturbato. Tra te e l’obiettivo ci sono in mezzo degli ostacoli.

La grande azienda non può farsi carico della complessità di gestire tanti fornitori e allora semplifica, si rivolge a pochi fornitori che nell’italia dei raccomandati a volte si fa fatica a distinguere se questi fornitori selezionati sono il risultato di qualità superiore o immanicamento profondo o quello che, nella pubblica amministrazione di una volta, era corruzione o concussione.

Recepito e accettato che la grande azienda ha i suoi fornitori eletti, molte volte le situazioni sono così complicate o ingestibili che le attività non possono essere solo definite per progetti. Allora la presenza del fornitore è richiesta non solo nei progetti isolati ma continuamente gomito a gomito dentro l’azienda con i dipendenti dell’azienda nelle attività ordinarie. Ovvio che il tutto venga contabilizzato in giornate uomo a consuntivo, ovvio che tale forma è body rental.

Quando le esigenze della grande azienda crescono, chiede più risorse ai propri fornitori eletti. Questi essendo in posizione di privilegio quando non hanno risorse cosa fanno? Assumono? Neanche per idea! Ci sono tante aziende che fanno del lavoro di individuazione delle risorse in modo continuo. Per farla breve si finisce in un gioco di bamboline russe perché la società che individua le risorse non si limita a prendere un una tantum e poi si toglie di mezzo: resta lì a prendere la sua parte di pizzo vita natural durante.

Vista da un libero professionista già è mortificante vendere la propria preparazione al ‘fornitore eletto’ fuguriamoci passare per la società che si occupa di fare body rental di secondo livello.Tutto ciò ha ovviamente un costo e ci si ritrova come zucchine vendute al supermercato con il prezzo centuplicato.

E’ svilente per il mancato maggiore guadagno, è svilente quando ci si sente dire che le tariffe sono fuori mercato. Qui mi sa che qualcuno deve andare fuori dal mercato.
Credo che questo sia un mercato marcio. C’è qualcuno che non sa fare qualcosa e guadagna per quello che fa e quello che non è capace di fare e nella catena dell’allegra compagnia ci si dà la mano a vicenda solidarizzando per l’incapacità gestionale che c’è dietro.

L’auspicio è quello di posizionarsi il più possibile in prima linea.

Non credo che il discorso sia diverso per le persone che lavorano a progetto o a co.co.co co.co.pro o co co cosa altro c’è.

In bocca al lupo.
Rifiutate i lavori di seconda mano non fatevi fregare se potete.


mercoledì, settembre 03, 2008

Asterisk e i servizi nelle intranet

Asterisk è nato come centralino opensource e openhardware.
Il sito della digium che segue Asterisk: http://www.digium.com/en/



martedì, agosto 26, 2008

Prossime iniziative

Come riportato nel post precedente, lo stesso è stato iniziato il 18 giugno dell'anno scorso. L'ho ripreso oggi e mi ritrovo nello spirito di scoraggiamento ma con l'intenzione di intraprendere un cammino verso piccole iniziative che pubblicherò nei prossimi post con lo spirito di aiutare qualcuno che avesse bisogno di supporto e nello stesso tempo raccogliere suggerimenti ed eventuali richieste di ampliamento di funzionalità. Quasi sicuramente i programmi saranno pubblicati con licenza GPL.

Spero a presto.